La lettera di Angela Tirloni (1922)



Covo li 14 giugno

Carissima Sorella Rosa e cognato oggi stesso ricevo tua lettera e sento della vostra buona salute come posso assicurarti di noi tutti sento che mi dici che hai ricevuto una lettera di Italia che io sono una Signora e che ho denari alla Banca questo è vero io sono più Signora di te e di mio padre, sento che mi dici che lavori giorno e notte per fare qualche cosa ma io cherero (voglio) bene di non cercarti niente a te con la mia lettera che ti ho scritto pochi mesi fa perché se avrò la grazia di avere mio marito ancora sano sarò la più ricca di tutti voialtri che lavorando lui è abbastanza per me e la mia famiglia ma credi bene che io ti ho scritto così per farti conoscere che fino qui il nostro padre non ha fatto cose giuste e quelli che ti ha scritto che io ho denari alla Banca quelli mangia con la testa nel sacco e fa banderali tutti i giorni

vuol dire che nogiuno siamo noi cosa passa nelle nostre case, io posso dire che io non sono sua figlia del papà perché di torti ne fa molti proprio sotto gli occhi ma io mi svincago(???) di vero cuore perché quelli che non sono qui non possono dire come e vuol dire che chi non fa le cose giuste ci penserà loro io intanto non faccio senza delle banche perché mio Marito è sempre un po’ ammalato e mi sento in dovere di farlo guarire più presto sia possibile che mi sente molto caro

alla fine di questo mese va via e per un mese non ritorna più va a fare una cura di Bagni e fanghi a vapore per avere ancora la sua salute di prima e faccio senza gli altri va per nostro conto,

dunque vedi cara Sorella che c’è delle persone che mi vuole molto male altro che persone foreste queste persone sono i nostri di famiglia senza vergogna che piuttosto di uscire ancora in casa nostra mi auguro la morte che non ha vergogna di nessuno a fare la parte che loro fanno con i suoi figli che vorrei essere lontano per non vederli più nessuno.

Termino con questa mia non potendo spiegarmi meglio ma basta così lo so da che parte viene tutte queste fandonie Saluti a tutti baci ai tuoi figli Addio ciao, mi ricorderò sempre della nostra povera mamma che se non c’era lei mi toccava Maritarmi senza niente e queste le cose giuste e altre come Signore e io come una più miserabile di tutti
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