Angelo Tirloni
1896 / 1909
Nasce a
Porto Franco nel 1896 (ma la data non è risaputa con esattezza) da
Alessandro ed
Elisabetta Colombi ed è molto probabilmente il penultimo dei loro figli.
Non si sa praticamente nulla su di lui e non esistono foto di questo nostro parente.
L’unico aneddoto di cui si fa menzione è dovuto alla sua prematura morte
Appena adolescente si imbarca insieme ai famigliari ed intraprende la traversata atlantica nel 1909 per raggiungere la patria nativa dei genitori ma per lui la sorte ha riservato un triste destino. Durante il viaggio contrae una malattia – non si sa con esattezza cosa – e in poco tempo soccombe all’età di soli 13 anni.
In quei tempi le navi non erano attrezzate con celle frigorifere e quasi sicuramente non avevano a disposizione nemmeno casse da morto per rendere possibile il trasporto della salma fino in Italia. Va anche considerato il fatto che il viaggio per mare durava circa due mesi o forse anche di più quindi vi erano problemi di igiene non indifferenti.
Il suo funerale viene celebrato sul ponte della nave dopodiché il corpo, avvolto in un sacco bianco, viene gettato in mare. L’ultima immagine di lui che hanno i familiari è vedere il sacco bianco scomparire avviluppato dalla danza macabra di grossi pesci fin’ora sconosciuti (forse si trattava di squali).
Di recente è emersa una differente versione relativa a questo decesso che colloca il decesso come avvenuto durante gli ultimi giorni di navigazione e proprio per evitare di dover incorrere nella legge del mare e fare il tipico funerale descritto sopra la famiglia decide di tacere tutto e nascondere il cadavere fino al momento in cui la nave è praticamente arrivata a Genova quindi la salma viene portata a terra e, dopo le esequie, viene sepolta in un cimitero di Genova.
Sembra incredibile ma di lui esistono solo racconti orali; il suo nome non viene ricordato in nessuna lapide, nemmeno nella tomba di famiglia del cimitero di Covo – o, perlomeno, un’eventuale scritta non è giunta fino a noi – e su nessun registro italiano viene annotata la sua prematura scomparsa. Forse, a livello burocratico, in un caso come questo erano sufficienti i registri navali.
In nessuna delle lettere ritrovate della vecchia corrispondenza si parla di lui.
In sua memoria il fratello
Emanuele chiamerà il proprio figlio primogenito Angelo, nato 4 anni dopo questa disgrazia e primo dei nipoti nati in Italia.