Joao Tirloni
20-09-1885 / 21-06-1924
Nasce a
Porto Franco il 20/09/1885 ed è il figlio quartogenito – primo maschio – di
Alessandro ed
Elisabetta Colombi .
Non esistono foto di questo nostro parente e l’unica descrizione fisica sentita sul suo conto, fatta dall’unico figlio ancora vivo (che si chiama come il padre), lo descrive come molto rassomigliante a fratello minore
Emanuele. Il figlio Joao in occasione della sua visita in Italia avvenuta nel 1981 descrive il padre come identico al parente italiano Ferdinando Tirloni, il secondo nipote di Emanuele)
Fin da giovane aiuta il padre nel lavoro della segheria e non è da escludere che ci fosse più di una segheria, dislocate nei vari punti del paese in cui si trovavano grandi appezzamenti di foresta da tagliare.
Viene in Italia all’inizio del 1909 per accompagnare il padre nel primo viaggio che intraprende per comprare la cascina
battagliona a Covo dopodiché i due ritornano in Brasile. Visti i tempi di percorrenza delle navi di allora si deve presumere che siano stati via dal brasile in totale almeno 5 mesi.
Al momento della partenza decide di non seguire il padre e di rimanere in Brasile per sposarsi con la fidanzata Narcisa.
Per il padre sarà uno smacco! Contava molto su quel figlio e non è da escludere, considerato il brutto carattere di Alessandro, che conserverà astio nei suoi confronti per colpa di questa scelta. Nonostante tutto Alessandro decide di lasciare al figlio Joao in eredità la sua segheria più altre piccole cose.
Si sposa il 17/07/1909 con
Narcisa Geselle nella cappella del “SS Coraçào de Jesus” di
Nova Trento, paese di origine della moglie. Gli fa da testimone il fratello
Vittorio che per completare gli studi era rimasto in Brasile un anno in più.
La coppia avrà 8 figli:
Salvador (1910 – 1926)
Marcial Alexandre (1913 – 1974)
Luiza (1915 – 1981)
Joao (nato nel 1916)
Maddalena (1918 – 1991)
Palmo (1920 – 1966)
Argentino (1921 – 2004)
Maria (1924 – 1998)
Il matrimonio avviene mentre tutti i familiari sono in viaggio per mare e non è da escludere che la scelta della data sia stata voluta.
Dal racconto fatto dall’unico figlio ancora vivo alla data odierna, Joao si reca spesso a Nova Trento probabilmente per lavoro ma probabilmente anche per ricongiungersi con la famiglia della moglie e quando si trova a dialogare con la gente di Nova Trento parla correttamente il dialetto veneto, linguaggio in uso in quella comunità.
Il lavoro nella segheria sita ad Acqua Negra – una località tuttora definita brutta e malsana di Porto Franco – sarà ben presto la causa della sua morte. Il giorno fatale avviene nella località denominata Garabel-Porto Franco, quando Joao, insieme al suo aiutante ed ai figli Luiza e Joao, decide di tagliare un albero alto più di 30 metri e di circa 2 metri di diametro. La pianta cade rovinosamente e Joao rimane con un piede intrappolato dalla pianta; per liberarlo il suo aiutante impiega più di due ore ma la ferita si infetta e Joao contrae il tetano
Purtroppo a quell’epoca non c’è scampo per simili malattie soprattutto in un paesino sperduto in mezzo al mato, la foresta brasiliana, e la sua sorte è segnata. La sua agonia è breve e muore nella sua casa di Porto Franco a soli 38 anni il 21/06/1924.
La sua
tomba nel cimitero di
Porto Franco riporta che la morte di Joao è avvenuta a 41 anni il 17/04/1927. Questa data è però sbagliata in quanto è stata aggiunta molti anni più tardi ed i parenti non ricordavano più la data corretta. Le ricerche compiute dai vari discendenti per ottenere la doppia cittadinanza italiana hanno permesso di ritrovare i documenti ufficiale ed avvalorare i ricordi del figlio Joao