Rosa Morosini
22-01-1893 / 26-12-1939
Nasce a Covo il 22/01/1893 da Battista e Luigia ???
Assolutamente nulle le notizie sulla sua infanzia e giovinezza.
Si sposa il giorno
16/11/1912 con
Emanuele Tirloni e le fa da testimone il parente Colzani Battista.
La coppia avrà 6 figli:
Battista Angelo (1913 – 1996)
Mario (morto alla nascita nel 1915)
Giuseppe Mario (1916 – 1992)
Antonio Alessandro (1922 – 1996)
Dante (1924 – 1968)
Iride (nata nel 1927)
La famiglia risiede alla cascina
battagliona insieme al suocero
Alessandro ed ai figli non ancora sposati. In seguito Rosa stringerà una forte amicizia con la cognata
Lucia Cucchi e proprio con la sua complicità cerca di superare gli scogli familiari ed eludere la ferrea vigilanza attuata nella cascina dal vecchio suocero Alessandro e dalla figlia
Vittoria finchè tutti si sposano ed il cognato
Vittorio si trasferisce per colpa dei dissapori con il padre.
Donna mite e buona si ritroverà a dover soccombere al volere dell’ingombrante suocero che comanda con il pugno di ferro e sicuramente spesso deve digerire “bocconi amari”.
A differenza del marito Rosa è capace di scrivere e proprio di lei ci rimane un
biglietto di accompagnamento ad una
foto che la ritrae insieme al marito ed al figlio primogenito. Spesso scrive lettere ai cognati in Brasile anche per conto del suocero ma di queste lettere non rimane testimonianza.
Di costituzione piuttosto robusta ma di salute malferma inizia presto a soffrire di cardiopatie e necessita di attenzioni particolari che ovviamente non vengono prese in considerazione dal suocero il quale non mancherà di umiliarla ad ogni occasione.
Purtroppo la medicina del tempo non era certo ineccepibile; le cure venivano somministrate solo all’occorrenza in caso di crisi già avvenute e la sua salute peggiora sempre di più aggravata anche dal pesante lavoro.
Anche per cercare rimedio alla malferma salute Rosa ed il marito si recano più volte alle terme di Gaverina, sulle prealpi bergamasche. Questo era un lusso non alla portata di tutti, si può dire che fosse l’unico svago e spesa che la coppia si permette.
Nel 1937 la famiglia si trasferisce, spinta dalla necessità e sotto il ricatto dei figli che stanno seriamente valutando l’ipotesi di trasferirsi a lavorare a Milano, alla cascina Tesoro di Romanengo.
Si può dire che da quel momento il marito Emanuele inizia a ritirarsi sempre più dalla guida della famiglia e lascia decidere ai figli come fare gli investimenti.
La permanenza di Rosa alla cascina del Tesoro è purtroppo di breve durata, la notte del 26/12/1939, pochi minuti prima della mezzanotte, Rosa viene colta da un forte infarto; immediatamente capisce che ormai per lei non c’è speranza e chiede al marito di chiamare a se i figli perché sta per morire e nel giro di mezz’ora la sua vita finisce a 46 anni d’età.
Viene sepolta nel cimitero di Romanengo e poi nel 1951 viene traslata nella
tomba di famiglia costruita nel
cimitero di Soresina.